Fisioterapia: definizione
Dal punto di vista etimologico il termine è composto dall’unione di fisio (natura) e terapia (cura): si può definire la fisioterapia come una disciplina che si avvale di mezzi fisici per curare (vedremo successivamente cosa si intende per “mezzi fisici”).
Purtroppo la definizione puramente etimologica, ad oggi, risulta essere inadeguata ed incompleta nel definire il complesso bagaglio teorico-pratico della fisioterapia. Si rende quindi necessaria un’analisi più approfondita.
Innanzitutto è importante fare chiarezza sul concetto di “mezzi fisici”: con questo termine si intendono quei mezzi fisico/naturali, ad esclusione dei mezzi chimici (farmaci), che si servono di energie fisiche (elettriche, elettromagnetiche e meccaniche) a scopo curativo, ossia le terapie fisiche strumentali (elettrostimolazione, TENS, TECARterapia, diadinamica, onde interferenziali, marconiterapia, radarterapia, magnetoterapia, laserterapia, ultrasuonoterapia e le onde d’urto).
In Italia il termine fisioterapia e fisioterapista (operatore sanitario che applica la fisioterapia) sono entrati in uso ufficiale solo recentemente. A partire dagli anni ’90, per uniformarsi a livello internazionale, l’Italia ha ufficialmente e univocamente introdotto il termine fisioterapia, vocabolo utilizzato nella maggior parte del Mondo.
Il Ministero della Salute (allora della Sanità) ha definito il profilo professionale del fisioterapista (D.L. n.741/1994), dal quale si possono estrapolare alcuni ambiti di cui si occupa la fisioterapia (vedi sezione Professione). Attualmente si potrebbe provare a definire la fisioterapia come “l’insieme degli strumenti che il fisioterapista utilizza, sulle parti del corpo di un paziente, per alleviare deficit neuro-motori e dolori collegati a disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche derivanti da un evento morboso (acuto o cronico)”.
Purtroppo questa definizione risulta ancora “incompleta” non rendendo merito al complesso lavoro del fisioterapista.
Excursus storico
L’impiego di mezzi fisici (termalismo, talassoterapia, ecc.) e terapie manuali (massaggi, mobilizzazioni, ecc.) per il benessere e la cura del corpo e dei suoi stati morbosi è conosciuto e impiegato dall’uomo fin dagli albori dell’umanità.
Antichi testi appartenenti alle diverse culture egizie, greche e romane riportano scritti relativi a pratiche manipolative, massoterapiche e talassoterapiche. Tra i primissimi praticanti della nostra professione alcuni autori annoverano anche Ippocrate e Galeno (500 a.C., circa), “padri fondatori” della medicina.
Tra il XVIII ed il XIX Secolo, con lo sviluppo della Scienza Ortopedica, si iniziarono a studiare in Europa nuove apparecchiature a scopo “rieducativo”; generalmente si trattava di laboriose macchine per trazionare le scoliosi giovanili (ad oggi, fortunatamente abbandonate, n.d.r.) o per potenziare (mediante pesi e carrucole) parti del corpo rese deboli da fratture o da paralisi. Parallelamente a tutto ciò iniziavano a nascere i primi “fisioterapisti moderni“.
Tuttavia dobbiamo attendere gli inizi del XX Secolo, per parlare di vere e proprie tecniche fisioterapiche.
Dopo la II Guerra Mondiale, grazie al progressivo avanzamento delle conoscenze neurologiche ed ortopediche, iniziarono a diffondersi un gran numero di metodiche riabilitative, che ancora oggi vengono quotidianamente impiegate per la riabilitazione delle patologie neurologiche. La comunità medico-scientifica di allora pose le basi per la futura creazione di nuove figure professionali sanitarie che potessero occuparsi in modo specifico dei deficit funzionali (disabilità), conseguente ad uno stato morboso acuto o cronico (menomazione), per ridurre il più possibile l’impatto negativo di questo sulla partecipazione alle attività della vita quotidiana (handicap).
E’ per questo che la fisioterapia ben si adatta alle esigenze terapeutiche non solo di tipo cronico-progressivo (es. patologie neurologiche: ictus, SM, Parkinson,ecc.) bensì anche alle affezioni acute e croniche di minor entità (es. lombalgia) che possono comunque creare uno stato di “disabilità ed handicap” transitorio (basti pensare al disagio multidimensionale –personale, sociale, lavorativo– che provoca una lombalgia acuta).
Proprio per questo, negli ultimi decenni, è andata via via sviluppandosi una nuova branca della fisioterapia, la Terapia Manuale (basata sui concetti della Orthopaedic Manual Therapy, O.M.T.).
La Terapia Manuale rappresenta un’evoluzione del concetto fisioterapico, portando al centro dell’attenzione il ragionamento clinico (valutazione fisioterapica), mediante un’approfondita analisi del gesto motorio sia nel soggetto normale, sia nel soggetto patologico (a prescindere da qualsiasi stato morboso esso sia affetto).
La Terapia Manuale, a partire dagli anni ’50 dello scorso secolo, ha introdotto nuove tecniche raffinando alcuni classici approcci fisioterapici quali la massoterapia e la mobilizzazione, introducendo anche l’atto manipolativo, rendendo ancora più specifico e mirato l’intervento terapeutico del fisioterapista.
Il principale obiettivo che si pone la Terapia Manuale è la normalizzazione delle strutture neuro-muscolo-scheletriche, disfunzionali e sintomatiche, riducendo (spesso abolendo) la spiacevole sensazione dolorosa conseguente alla disfunzione stessa. Altri approcci terapeutici coadiuvano il trattamento di MT (Manual Therapy) per una completa (e altrettanto complessa) rieducazione funzionale, quali la rieducazione posturale e propriocettiva.
Ad oggi, la formazione professionale del fisioterapista è di esclusiva pertinenza universitaria, prevedendo un iter di studi di I Livello di tre anni a cui si possono facoltativamente aggiungere due ulteriori anni di Laurea Magistrale di II Livello.
Inoltre su tutto il territorio nazionale sono stati attivati Corsi di Perfezionamento e Master di specializzazione di I e II Livello, esclusivamente di tipo universitario, nonché Corsi Privati inerenti le diverse branche della fisioterapia quali: rieducazione posturale, terapia manuale, idroterapia, rieducazione pelvi-perineale, ecc.
Lo stato italiano riconosce come figura sanitaria solo i professionisti in possesso del titolo di Laurea o dei precedenti titoli equipollenti (diploma universitario, scuole regionali, scuole dirette a fini speciali).