T.E.CA.R. Terapia
Che cos’è?
La T.E.CA.R. acronimo di Trasferimento Energetico CApacitivo Resistivo, anche conosciuta come diatermia capacitivo-resistiva, è un’innovativa terapia fisica strumentale che, sfruttando il principio fisico del condensatore, mobilizza le cariche elettriche – sotto forma di ioni – all’interno del corpo umano, trovando svariate indicazioni terapeutiche nelle più comuni problematiche infiammatorio-dolorose dell’apparato muscolo-scheletrico.
La tecarterapia nasce verso la fine degli anni ’90 in Spagna; dal punto di vista fisico emette un campo elettromagnetico a frequenza variabile, che induce nei tessuti corporei (fascia muscolare, muscoli, tendini, legamenti, capsula articolare, cartillagine, ossa, nervi e vasi) particolari correnti dette di “spostamento”, prodotte dal movimento alternato delle cariche elettriche, che si generano tra il manipolo e la piastra conduttrice, tra i quali è interposto il tessuto target (bersaglio) che viene investito dall’energia prodotta dal generatore (apparecchiatura tecar), sotto forma di continuo flusso di energia endogena (interna).
Apparecchiatura tecar-terapica
Negli ultimi anni si è visto che, alle particolari frequenze utilizzate dalle apparecchiature tecar di ultima generazione (comprese tra gli 0,45 MHz e 1,00 MHz circa), prevale l’effetto terapeutico di tipo “induttivo” ovvero endogeno, riducendo l’effetto “Joule” di riflessione , incrementando quindi la porzione di energia assorbita da parte dei tessuti corporei (termia endogena) rispetto a quella riflessa (termia esogena), migliorando quindi la capacità terapeutica di questa nuova elettroterapia, che trova nella Marconi e Radar Terapia i suoi più vicini predecessori.
A cosa serve?
Uno dei principali effetti terapeutici della tecar-terapia è rappresentato dall’aumento di flusso sanguigno (iperemia) principio fisico spesso utilizzato in fisioterapia, grazie al quale si possono accelerare i naturali processi riparativi dei tessuti corporei, velocizzando il recupero post-chirurgico, post-traumatico e in particolari affezioni muscolo-scheletriche cronico-infiammatorie.
L’aumento di temperaturo all’interno dei tessuti, comporta un aumento del metabolismo cellulare, con maggiore scambio tra ambiente intra ed extracellulare: da una parte verrà quindi favorito l’ingresso nella cellula di ossigeno e sostanze nutritizie, dall’altra la fuoriuscita di cataboliti (prodotti di scarto del metabolismo cellulare stesso).
Un altro importante effetto terapeutico si ottiene a livello flebo-linfologico, riequilibrando la permeabilità capillare, stimolando il drenaggio delle stazioni linfonodali sovraccaricate dai prodotti del catabolismo cellulare, trovando indicazione in svariate patologie in cui è prioritario favorire un corretto drenaggio emolinfatico, associato ad un ripristino del microcircolo e dell’ossigenazione tissutale.
Dal punto di vista terapeutico la tecar terapia si avvale di due specifiche tipologie di trattamento: capacitivo e resistivo.
Manipolo tecarterapico
In base alla diagnosi e alla prescrizione medica, il fisioterapista elabora un adeguato piano di trattamento individuale, modulato secondo la patologia, il distretto anatomico da trattare e il tessuto target (es. muscoli, fascia, ossa, tendini, ecc.), stabilendo sia la modalità di trattamento (capacitivo o resistivo) che la frequenza e potenza di lavoro.
La scelta terapeutica spettante al fisioterapista è di fondamentale importanza rispetto sia ai risultati che alle controindicazioni di trattamento: scegliere di lavorare in atermia (nessun aumento della temperatura interna), omeotermia (temperatura uguale a quella corporea) o termia decisa (incremento di alcuni gradi della temperatura interna) può essere decisivo sul risultato terapeutico, favorendo o meno il naturale processo autoriparativo dei tessuti trattati.
Quali indicazioni ha?
La tecar-terapia trova particolare indicazione nelle seguenti affezioni muscolo-scheletriche:
* Patologie della colonna:
– Rachialgie (cervicalgie, dorsalgie, lombalgie)
– Cervico-brachialgie e Lombo-sciatalgie
* Patologie della spalla:
– Periatrite scapolo-omerale
– Sindromi da impingment (periatrite scapolo-omerale, conflitto sub-acromiale)
– Capsulite adesiva (frozen shoulder o spalla congelata)
– Esiti di intervento artroscopico di spalla (SLAP lesion, ancoraggio sovraspinato, pulizia articolare)
* Patologie del gomito/polso/mano:
– Epicondiliti e epitrocleiti
– Tunnel carpale
* Patologie dell’anca/bacino:
– Sindromi da impingment (periatrite d’anca)
– Pubalgia (sindrome retto-adduttoria)
– Coxartrosi non chirurgica (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)
* Patologie del ginocchio:
– Esiti di intervento di ricostruzione del LCA (Legamento crociato anteriore)
– Tendinopatia rotulea
– Gonartrosi non chirurgica (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)
– Condropatia femoro-rotulea (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)
– Sindrome della bendelletta ileo-tibiale
– Tendinopatia della “zampa d’oca”
* Patologie della caviglia/piede:
– Sindromi da impingment dell’articolazione tibio-tarsica (caviglia)
– Fascite plantare e metatarsalgie
* Traumi, strappi e stiramenti muscolari (in fase subacuta, superata la fase acuta di riparazione tissutale)
* Tendiniti, tenosinoviti, entesiti e borsiti
* Disfunzioni del connettivo (densificazione centri mio-fasciali, trigger points, tender points)
* Edemi
Presenta delle controindicazioni?
La tecar terapia presenta delle controindicazioni assolute per: pace-maker, stimolatori neurologici o antalgici, gravidanza, neoplasie, cartilagini di acrescimento (bambini) e per le problematiche vascolari in cui il calore è controindicato (arteriopatie obliteranti, tromboflebite, insufficienza venosa profonda, coagulopatie) e delle controindicazioni relative per: soggetti diabetici, infezioni in atto, infiammazioni acute e per particolari patologie che portano deficit sensitivi cutanei (anestesia cutanea). La presenza di protesi metalliche o altri mezzi di sintesi, non costituisce una controindicazione al trattamento.