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Progetto Riabilitativo Pelvi Perineale

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Progetto Riabilitativo Pelvi Perineale

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Mercoledì 26 Ottobre 2011, alle ore 20.00, si è tenuto il primo evento informativo promosso dal nostro studio professionale, in collaborazione con la Dott.ssa Mariagrazia Oliveri, Medico Fisiatra, sul tema: “Incontinenza Urinaria: Progetto Riabilitativo Pelvi Perineale”.

La serata informativa, organizzata al Poggio Hotel di Arenzano (GE), è stata l’occasione per illustrare a Medici di Medicina Generale e agli Specialisti (Ginecologi, Urologi, ecc.) il nostro progetto.

1° giornata sull’incontinenza urinaria a Cogoleto

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1° giornata sull’incontinenza urinaria a Cogoleto:

giornata gratuita di prevenzione sull’incontinenza urinaria

 

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Dott.ssa Maria Grazia Oliveri, Medico Spec. Fisiatra

Dott.ssa Marina Causa, Fisioterapista

Venerdì 14 Dicembre dalle ore 15.00 in poi, presso lo STUDIO MEDICO FISIOTERAPICO di Via Arrestra 10 in Cogoleto, si terrà la una giornata di prevenzione sull’importante tema dell’incontinenza urinaria maschile e femminile.

 

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Articolo comparso a pagina 14 su “Cogoleto news”, Dicembre 2012

Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento gratuito contattare il numero 0109181917.

F.A.Q. Fisioterapia

Sezione FAQ FISIOTERAPIA

D: Che cosa e’ la fisioterapia?

R: Definire in modo semplice e conciso la fisioterapia non e’ certamente cosa facile; attualmente si potrebbe provare a definire la fisioterapia come “l’insieme degli strumenti che il fisioterapista utilizza, sulle parti del corpo di un paziente, per alleviare deficit di mobilita’ e dolori collegati a disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche derivanti da un evento morboso sia di natura acuta sia cronica”. Purtroppo questa definizione risulta ancora “incompleta” non rendendo merito al complesso lavoro del fisioterapista.

D: Chi “attua” la fisioterapia?

R: Secondo quanto disposto dal Ministero della Sanita’ con il Decreto n.741, del 14 settembre 1994 il fisioterapista e’ l’operatore sanitario che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricita’, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita. Quindi solo il fisioterapista in riferimento alle indicazioni diagnostiche ed alle prescrizioni mediche, nell’ambito delle proprie competenze, elabora autonomamente il programma fisioterapico volto all’individuazione ed al superamento del bisogno di salute del malato.

D: Che cosa significa Dottore in Fisioterapia?

R: Con la Legge n.43 del 2006 il percorso formativo della figura sanitaria del fisioterapista e’ stato ulteriormente uniformato alla vigente normativa europea, introducendo la Laurea di I Livello in Fisioterapia. Secondo il decreto MIUR n.270/2004, art. 13 comma 7, a tutti i possessori della laurea di I livello spetta il titolo accademico di Dottore. Il percorso formativo del fisioterapista puo’ terminare con il conseguimento della laura di I livello (triennale) che conferisce, oltre al titolo di Dottore in Fisioterapia, l’abilitazione all’esercizio della professione, oppure proseguire facoltativamente con la Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione (Classe LM-SNT/2) che prevede una specializzazione manageriale all’interno dei servizi di fisioterapia ed un’ulteriore specializzazione per chi volesse intraprendere la carriera di docente universitario.

D: Il fisioterapista deve superarte un esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione?

R: Si’. L’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione e’ contemplato all’interno della sessione finale di laurea. Alcuni giorni prima della discussione della tesi, gli aspiranti candidati, vengono sottoposti all’esame di stato mediante prova scritta, orale e pratica. Il superamento dell’esame da accesso alla discussione finale della tesi di laurea. Sono previste due sessioni di esami di stato per consentire, a chi non superasse la prova, di riprovare l’esame alcuni mesi dopo, per poter conseguire la laurea in fisioterapia.

D: Perche’ l’esame di stato si svolge direttamente alla fine dell’iter universitario e non dopo un periodo di tirocinio, come per altre professioni?

R: Perche’ durante il corso di fisioterapia, fin dal primissimi mesi del primo anno di corso, gli studenti hanno l’obbligo di frequentare il tirocinio pratico presso ospedali e altre strutture sanitarie accreditate. Inoltre alla fine di ogni anno accademico gli studenti vengono sottoposti a un esame pratico.

D: La fisioterapia puo’ avere delle controindicazioni?

R: Certamente. La fisioterapia, come qualsiasi altra forma terapeutica, puo’ presentare delle controindicazioni relative o assolute. Compito del fisioterapista, ancor prima di attuare il suo piano terapeutico, e’ proprio quello di considerare e verificare eventuali controindicazioni al trattamento stesso. Per esempio in particolari casi di importanti infezioni sistemiche e’ severamente controindicato applicare la maggior parte delle tecniche fisioterapiche, al fine di non propagare ulteriormente l’infezione. Inoltre, in seguito a importanti traumi e/o interventi chirurgici, per diverso tempo puo’ non essere necessario l’intervento fisioterapico (la cui precocita’ resta tuttavia strettamente necessaria nella maggior parte dei casi). Il medico e il fisioterapista sono tenuti a conoscere le controindicazioni relative e assolute della fisioterapia, informando il malato, in modo da soddisfarne il bisogno di salute.

Progetto E.C.M. Educazione Continua in Medicina

Progetto E.C.M.
Educazione Continua in Medicina

Nel 2002 nasce sotto l’acronimo E.C.M. (Educazione Continua in Medicina) un progetto sperimentale del Ministero della Salute, mediante il quale sono state lanciate le basi per rendere obbligatorio l’aggiornamento professionale per le figure sanitarie (medici, fisioterapisti, infermieri, logopedisti, ecc.), che fino a quella data era rispettato solo da chi voleva tenersi, più scrupolosamente, aggiornato.

Il progetto prevedeva l’acquisizione (allora facoltativa) di specifici Crediti Formativi, rilasciati alla fine di eventi formativi accreditati (e quindi riconosciuti e verificati) dal Ministero stesso.

L’allora progetto sperimentale prevedeva una durata di 5 anni (dal 2002 al 2006) per un totale di 150 crediti formativi da totalizzarsi nell’arco dell’intero quinquennio.

Dopo il 31 Dicembre 2006, termine del periodo sperimentale, dopo alcuni mesi di silenzio normativo, il Ministero con ha reso noto ai professionisti sanitari che dal 1° Gennaio 2008 il Progetto E.C.M. sarebbe ripartito, entrando definitivamente in vigore, divenendo quindi obbligatorio.

Il nostro Studio condividendo la scelta Ministeriale, ritenendo l’aggiornamento professionale punto di forza e di tutela dei nostri assistiti, ha attivamente partecipato al progetto E.C.M. già dal suo inizio facoltativo, rientrando anno dopo anno nella soglia prevista dalle ordinanze Ministeriali.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito dell’Agenas.

Profilo Professionale Fisioterapista

Professione Fisioterapista Fisioterapista

Secondo quanto disposto dal Ministero della Sanità con il Decreto n.741, del 14 settembre 1994 e successivamente dalle leggi n. 251/2000 e n.43/2006, il fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del titolo di laurea, a cui spetta la qualifica accademica di Dottore (di cui al decreto MIUR n.270/2004, art. 13 comma 7) il quale svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita.

Il fisioterapista, in riferimento alle indicazioni diagnostiche ed alle prescrizioni mediche, nell’ambito delle proprie competenze, elabora autonomamente il programma fisioterapico volto all’individuazione ed al superamento del bisogno di salute del malato.

Pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie (transitorie o permanenti), psicomotorie e cognitive utilizzando terapie manuali, fisiche, massoterapiche e occupazionali, verificando le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.

Il percorso formativo, ad oggi, è esclusivamente di tipo universitario e si conclude con il rilascio dell’attestato di laurea che costituisce titolo abilitante l’esercizio della professione sanitaria. Attraverso la formazione complementare, integra la formazione di base con diversi indirizzi di specializzazione.

Il fisioterapista, infine, svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.

(Download Profilo Professionale del Fisioterapista)

Manipolazione Fasciale

Manipolazione Fasciale®

secondo il Metodo di L. Stecco

La Manipolazione Fasciale® secondo il Metodo di Luigi Stecco negli ultimi anni ha rivestito un ruolo di primaria importanza, a livello italiano e mondiale, nella valutazione e nel trattamento delle affezioni muscolo-scheletriche.

Dopo oltre venti anni di personali studi, Luigi Stecco (fisioterapista vicentino), ha saputo unire a teorie e pratiche della terapia manuale, personali intuizioni, codificando un nuovo sistema di valutazione e trattamento dei disordini muscolo-scheletrici.

La “fascia” struttura connettivale universalmente rappresentata nel nostro corpo, per anni è stata trascurata, quasi “dimenticata” nei trattati di anatomo-fisiologia; da sempre considerata un semplice “rivestimento” di rinforzo dei muscoli, oggi è al centro di numerosi studi che quasi quotidianamente vengono pubblicati sulle più accreditate riviste medico-scientifiche di settore.

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Particolare anatomico di fascia profonda (muscolare) evidenziato durante una dissezione

La Manipolazione Fasciale® si avvale della stimolazione diretta della fascia mediante pressione e attrito (profondo) di particolari punti in disfunzione che prendono il nome di CC -Centri di Coordinazione- e CF -Centri di Fusione-; il ruolo fondamentale di questi “centri” (punti) è quello di “coordinare” l’attività motoria, integrando l’attività del sistema nervoso centrale e periferico (controllo del movimento automatico e volontario). Il trattamento di terapia manuale che ne deriva ha l’intento di normalizzare la struttura intima del connettivo (fascia profonda) alteratasi in seguito a micro e macro traumatismi, ossia a disfunzioni muscolo-scheletriche da attribuirsi a stress meccanici di varia natura (interventi chirurgici, cadute, sovraccarico articolare e muscolare, alterazioni posturali, ecc.).

Come per la maggior parte delle metodiche osteopatiche, tra cui la Manipolazione Fasciale® (vedere anche: neuroconnettivale, muscle-energy technique, release miofasciale, les pompage, ecc.), il trattamento prevede una presa in carico globale del paziente, andando ad analizzare la catena disfunzionale che si è via via strutturata nel tempo e che ha condotto alla comparsa del sintomo “dolore”.

La Manipolazione Fasciale® trova particolare indicazione nei seguenti quadri algico-disfunzionali:

-*- Rachialgie (cervicalgia, dorsalgia, lombalgia)

-*- Epicondiliti/Epitrocleiti

-*- Cefalee ed emicranie di origine mio-tensiva

-*- Sindromi vertiginose di origine mio-tensiva

-*- Contratture (densificazioni) mio-fasciali

 

Per poter praticare correttamente tale metodica è consigliabile partecipare ai corsi tenuti da Luigi Stecco e dai suoi collaboratori; tale formazione è aperta esclusivamente a fisioterapisti e medici. Attualmente sono previsti 3 livelli d’insegnamento, ai quali, il fisioterapista Paolo Angelo Basso ha personalmente partecipato completando la formazione in Manipolazione Fasciale®.

Per ulteriori informazioni si rimanda al sito ufficiale della metodica all’indirizzo www.fascialmanipulation.com.

Tecar terapia per l’apparato muscolo-scheletrico

Che cos’è?

La T.E.CA.R. acronimo di Trasferimento Energetico CApacitivo Resistivo, anche conosciuta come diatermia capacitivo-resistiva, è una terapia fisica strumentale a radiofrequenza che, sfruttando il principio fisico del condensatore, mobilizza le cariche elettriche – sotto forma di ioni – all’interno del corpo umano, trovando alcune indicazioni terapeutiche nelle più comuni problematiche infiammatorio-dolorose dell’apparato muscolo-scheletrico.

La tecarterapia nasce verso la fine degli anni ’90 in Spagna. Dal punto di vista biofisico emette un campo elettromagnetico a frequenza variabile, che induce nei tessuti corporei (fascia muscolare, muscoli, tendini, legamenti, capsula articolare, cartilagine, ossa, nervi e vasi) particolari correnti dette di “spostamento”, prodotte dal movimento alternato delle cariche elettriche, che si generano tra il manipolo e la piastra conduttrice, tra i quali è interposto il tessuto target (bersaglio) che viene investito dall’energia prodotta dal generatore (apparecchiatura tecar), sotto forma di continuo flusso di energia endogena (interna).

Con una frequenza di applicazione di 448 kHz (0,45 MHz) prevale l’effetto terapeutico di tipo “induttivo” ovvero endogeno, riducendo l’effetto “Joule” di riflessione (e termia franca), incrementando quindi la porzione di energia assorbita da parte dei tessuti corporei (termia endogena) rispetto a quella riflessa (termia esogena), migliorando quindi la capacità terapeutica di questa nuova elettroterapia, che trova nella Marconi e Radar Terapia i suoi più vicini predecessori.

A cosa serve?

Uno dei principali effetti terapeutici della tecar-terapia è rappresentato dall’aumento di flusso sanguigno (iperemia) principio fisico spesso utilizzato in fisioterapia, grazie al quale si possono accelerare i naturali processi riparativi dei tessuti corporei, velocizzando il recupero post-chirurgico, post-traumatico e in particolari affezioni muscolo-scheletriche cronico-infiammatorie.

L’aumento di temperatura all’interno dei tessuti, comporta un aumento del metabolismo cellulare, con maggiore scambio tra ambiente intra ed extracellulare: da una parte verrà quindi favorito l’ingresso nella cellula di ossigeno e sostanze nutritizie, dall’altra la fuoriuscita di cataboliti (prodotti di scarto del metabolismo cellulare stesso).

Un altro importante effetto terapeutico si ottiene a livello flebo-linfologico, riequilibrando la permeabilità capillare, stimolando il drenaggio delle stazioni linfonodali sovraccaricate dai prodotti del catabolismo cellulare, trovando indicazione in svariate patologie in cui è prioritario favorire un corretto drenaggio emolinfatico, associato ad un ripristino del microcircolo e dell’ossigenazione tissutale.

Dal punto di vista terapeutico la tecar terapia si avvale di due specifiche tipologie di trattamento: capacitivo e resistivo.

In base alla diagnosi e alla prescrizione medica, il fisioterapista elabora un adeguato piano di trattamento individuale, modulato secondo la patologia, il distretto anatomico da trattare e il tessuto target (es. muscoli, fascia, ossa, tendini, ecc.), stabilendo sia la modalità di trattamento (capacitivo o resistivo) che la frequenza e potenza di lavoro.

La scelta terapeutica spettante al fisioterapista è di fondamentale importanza rispetto sia ai risultati che alle controindicazioni di trattamento: scegliere di lavorare in atermia (nessun aumento della temperatura interna), omeotermia (temperatura uguale a quella corporea) o termia decisa (incremento di alcuni gradi della temperatura interna) può essere decisivo sul risultato terapeutico, favorendo o meno il naturale processo autoriparativo dei tessuti trattati.

Quali indicazioni ha?

La tecar-terapia trova particolare indicazione nelle seguenti affezioni muscolo-scheletriche:

* Patologie della colonna:

– Rachialgie (cervicalgie, dorsalgie, lombalgie)

– Cervico-brachialgie e Lombo-sciatalgie

* Patologie della spalla:

– Periatrite scapolo-omerale

– Sindromi da impingment (periatrite scapolo-omerale, conflitto sub-acromiale)

– Capsulite adesiva (frozen shoulder o spalla congelata)

– Esiti di intervento artroscopico di spalla (SLAP lesion, ancoraggio sovraspinato, pulizia articolare)

* Patologie del gomito/polso/mano:

– Epicondiliti e epitrocleiti

– Tunnel carpale

* Patologie dell’anca/bacino:

– Sindromi da impingment (periatrite d’anca)

– Pubalgia (sindrome retto-adduttoria)

– Coxartrosi non chirurgica (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)

* Patologie del ginocchio:

– Esiti di intervento di ricostruzione del LCA (Legamento crociato anteriore)

– Tendinopatia rotulea

– Gonartrosi non chirurgica (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)

– Condropatia femoro-rotulea (effetto sulla sola componente muscolo-tendinea – maggiore estensibilità tessuto connettivo -)

– Sindrome della bendelletta ileo-tibiale

– Tendinopatia della “zampa d’oca”

* Patologie della caviglia/piede:

– Sindromi da impingment dell’articolazione tibio-tarsica (caviglia)

– Fascite plantare e metatarsalgie

* Traumi, strappi e stiramenti muscolari (in fase subacuta, superata la fase acuta di riparazione tissutale)

* Tendiniti, tenosinoviti, entesiti e borsiti

* Disfunzioni del connettivo (densificazione centri mio-fasciali, trigger points, tender points)

* Edemi

Presenta delle controindicazioni?

La tecar terapia presenta delle controindicazioni assolute per: pace-maker, stimolatori neurologici o antalgici, gravidanza, neoplasie, cartilagini di acrescimento (bambini) e per le problematiche vascolari in cui il calore è controindicato (arteriopatie obliteranti, tromboflebite, insufficienza venosa profonda, coagulopatie) e delle controindicazioni relative per: soggetti diabetici, infezioni in atto, infiammazioni acute e per particolari patologie che portano deficit sensitivi cutanei (anestesia cutanea). La presenza di protesi metalliche o altri mezzi di sintesi, non costituisce controindicazione al trattamento.

Riabilitazione dei disturbi del pavimento pelvico

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Riabilitazione dei disturbi

del pavimento pelvico

In Italia si stima che oltre 2 milioni di persone soffrono di incontinenza urinaria, ossia una “condizione in cui la perdita involontaria di urina sia obiettivamente dimostrabile e costituisca un problema igienico e sociale”.

Questo problema riguarda principalmente le donne di età compresa tra i 35 e i 65 anni, tuttavia anche una discreta percentuale di uomini, negli anni, può presentare questo disturbo. Argomento a tutt’oggi poco affrontato, costringe spesso chi soffre di incontinenza urinaria a tenere nascosta la verità, vivendo in solitudine il proprio disagio.

Quotidianamente molte persone si rassegnano a convivere con salvaslip o assorbenti, avendo il timore di perdere alcune gocce di urina in seguito ad un banale starnuto, ad un colpo di tosse o semplicemente facendo una breve corsa o prendendo in braccio il proprio nipotino.

La gravidanza e il parto rappresentano uno dei fattori di rischio per l’incontinenza urinaria e per il dolore pelvico nella donna.

Nell’uomo invece, l’incontinenza urinaria e la disfunzione erettile, non raramente, si possono verificare in seguito ad un intervento di asportazione radicale della prostata (prostatectomia radicale).

Le modificazioni posturali della statica lombo-pelvica che avvengo durante la gravidanza, ed eventuali lacerazioni o episiotomie durante il parto, possono indebolire la muscolatura pelvica rendendola inefficace a svolgere la sua funzione di sostegno e sospensione degli organi pelvici (vescica, utero e retto).

Periodi transitori di incontinenza urinaria nel post-partum molto spesso vengono considerati normali e non meritevoli di approfondimenti (anche se si protraggono a lungo). In realtà molte donne se non trattate precocemente, nel periodo post-partum, saranno maggiormente soggette a sviluppare incontinenza urinaria nel corso della loro vita.

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Apparato genito-urinario femminile

(Henry Gray: Anatomy of the Human Body – 1918)

 

Altresì, anche il dolore perineale nel post-partum, raramente viene considerato come una problematica meritevole di trattamento riabilitativo. E’ importante che le donne di oggi siano informate su quali mezzi esistano per cercare di risolvere queste “piccole problematiche”, al fine che non diventino col tempo “grosse problematiche”.

Anche nell’uomo, attraverso la riabilitazione del perineo, si cerca di supplire al parziale deficit sfinterico dovuto all’asportazione completa della prostata (prostatectomia radicale), all’interno della quale è presente un importante tratto di uretra, anch’esso dotato di sfinteri. L’assenza di questo tratto di fatto riduce la competenza sfinterica dell’intero complesso, causando, a volte, incontinenza urinaria.

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Apparato genito-urinario maschile

(Henry Gray: Anatomy of the Human Body – 1918)

 

Dal punto di vista riabilitativo, la fisioterapista specializzata nel trattamento delle disfunzioni pelvi-perineali, attraverso un’attenta valutazione condotta in sinergia con il medico specialista, attua un protocollo riabilitativo personalizzato per ogni paziente, in base alle problematiche emerse in sede di valutazione.

Le tecniche riabilitative comprendono la chinesiterapia manuale con tecniche dirette e indirette sul pavimento pelvico, la rieducazione respiratoria, la rieducazione posturale e l’elettroterapia (BFB, SEF e PTNS).

La valutazione ed il trattamento dei disturbi perineali, devono inoltre considerare prioritari alcuni aspetti correlati, quali:

la normalizzazione della disfunzione somatica, sia mediante tecniche dirette o semidirette di mobilizzazione vertebrale che metodiche neuromuscolari di release miofasciale, di rilassamento post-isometrico e di dispersione dei trigger points (punti mio-fasciali dolorosi);

la ricerca del riequilibrio posturale, mediante tecniche di rieducazione posturale, ponendo particolare enfasi sul ruolo fondamentale del muscolo diaframma e dei muscoli addominali (soprattutto del trasverso dell’addome) in relazione con la respirazione e con la dinamica del “diaframma pelvico”, sulla distribuzione e la regolazione della pressione endoaddominale.

 

Lo Studio Fisioterapico NovaRehab® è uno dei pochi centri privati in Italia ad adottare un sistema di valutazione e trattamento integrato dei disturbi pelvi-perineali femminili e maschili.

Obiettivo dello Studio NovaRehab® è quello di portare a conoscenza la possibilità di trattare i disturbi legati all’incontinenza urinaria, problematica molto sentita dalle persone, disagio molto diffuso e spesso, erroneamente, considerato irrisolvibile.

Tale obiettivo sarà sviluppato attraverso una serie di eventi formativi aperti a chiunque fosse interessato, ai medici di medicina generale e agli specialisti.

Terapia Manuale, Fisiokinesiterapia

Terapia Manuale

Che cos’è?

La Terapia Manuale (TM) è una branca della fisioterapia che si avvale di tecniche manuali per la presa in carico e trattamento dei disordini muscoloscheletrici, ovvero della disfunzione delle componenti che costituiscono il sistema neuro-muscolo-scheletrico umano, vale a dire da: ossa, muscoli, fasce, nervi e vasi. Tali disordini possono indurre sindromi disfunzionali dolorose acute, subacute o croniche dell’apparato locomotore.

Il dolore conseguente ai disordini muscolo scheletrici rappresenta una delle cause più frequenti per cui ci si rivolge al proprio medico curante o al proprio fisioterapista di fiducia. Pur essendo fortemente migliorati alcuni aspetti fondamentali della nostra vita, quali la medicina, la ricerca, la tecnologia e le condizioni lavorative, il dolore “somatico” si conferma ancora uno dei problemi più sentiti da parte della popolazione.

Quale approccio manuale utilizza?

La TM si avvale oltre che di test valutativi, di tecniche manuali articolari (mobilizzazioni e manipolazioni), muscolari, fasciali e nervose, atte a migliorare, attraverso il riequilibrio tensionale, la mobilità della colonna vertebrale e degli arti.

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Quali indicazioni ha?

Queste tecniche trovano particolare indicazione nei seguenti quadri algico-disfunzionali:

* Rachialgie:

– Cervicalgia

– Dorsalgia

– Lombalgia

– Cervico-brachialgia e lombo-sciatalgia

– Sindrome dello stretto toracico

– Sindromi dolorose da compressione radicolare (ad esempio: ernia, protrusione o bulging discale, discoartrosi)

In svariate altre patologie dell’apparato locomotore o disfunzioni muscolo-scheletriche, il trattamento di TM deve considerarsi come un valido strumento terapeutico di completamento del trattamento rieducativo fisiokinesiterapico.

Per questa ragione la TM trova indicazione relativa, anche nei seguenti quadri algico-disfunzionali:

* Patologie della spalla:

– Periatrite scapolo-omerale

– Sindrome da impingement (non chirurgica)

– Sindrome da impingement (non chirurgica)

* Patologie del gomito/polso/mano:

– Epicondiliti e epitrocleiti

– Tunnel carpale

* Patologie dell’anca/bacino:

– Sindromi da impingment (periatrite d’anca)

– Pubalgia (sindrome retto-adduttoria)

* Patologie del ginocchio:

– Tendinopatia rotulea

– Sindrome della bendelletta ileo-tibiale

– Tendinopatia della “zampa d’oca”

* Patologie della caviglia/piede:

– Sindromi da impingment dell’articolazione tibio-tarsica (caviglia)

– Fascite plantare e metatarsalgie